Una storia di persone
La passione, come il talento, quello gastronomico, è una questione di famiglia. Era la fine del XIX secolo quando il bisnonno diede forma e gusto a Cantina Nuova, osteria di cui oggi ne siamo i legittimi eredi. Il dopoguerra, quello glorioso della rinascita, portò in tavola la cucina di nonna Rina grazie al noto ristorante Corona Grossa. Fu poi il padre Carlo, nel 2003, a definire un’insegna del panorama gastronomico carrucese: Al Bue Grasso. Ezio oggi ne è uno dei protagonisti, nipote, figlio e testimone del buono. Al suo fianco, Francesco: originario della Puglia, lo chef Francesco è un talento culinario di grande valore che ha iniziato a lavorare come cuoco fin da giovane. La sua passione per la cucina lo ha portato a viaggiare in tutta Italia, lavorando nei ristoranti più rinomati e apprendendo le tecniche più sofisticate.
dicono di noi
Dario Azzalin 07/02/2024 Servizio professionale e perfetto, i piatti ottimi, specie i secondi di carne sono da gustare con calma perché meritano. Pranzo di lavoro di mercoledì. Prezzo ottimo Elena Ceretto 04/02/2024 Consiglio questo ristorante per ama la carne, la loro specialità è il bollito misto di bue grasso. 🐂 Il locale molto accogliente, personale gentile, che dire è da provare. massimo sanguinetti 02/02/2024 Per gli amanti del bollito e della cucina piemontese cibo e servizio ottimi. Valutazione complessiva Google 4.3 su 5, in base a 1684 recensioni
Nel solco del passato dove la terra incontra la cucina
Selezionare il buono, scegliere così fornitori che coltivano la terra, la carne e la filiera. Questo è il modello con cui ha preso forma, fin dal 2003, il Ristorante Al Bue Grasso. Perché, secondo noi, è buono ciò che ha radici locali. Come le nonne, e la storia della cucina domestica, insegnano. Il Re della tavola è il bollito, ogni giorno con il suo carrello. Così, come al carrello, sono i dolci. Perché questa è la tradizione di Casa. E poi la bagna cauda, per riscaldare l’inverno e il fritto misto per festeggiare. Le grigliate in primavera per vivere il sole tra le colline. Stare bene, insieme, attraverso il cibo che, per sua stessa natura, è conviviale.